Quando pensiamo alla psicoterapia in connessione al dolore, probabilmente immaginiamo un forte dolore emotivo, come la perdita di una persona cara o la rottura di rapporti importanti nella nostra vita. L’associazione dolore emotivo e psicoterapia è quindi facile da capire, quasi intuitiva. La psicoterapia ci può guidare in momenti di difficoltà emotive per stare meglio con noi stesse e con le altre persone.
La stessa cosa, seppure magari meno intuitiva, può funzionare per il dolore fisico. Infatti l’Associazione Internazionale per lo Studio del Dolore definisce il dolore come “esperienza sensoriale ed emotiva spiacevole associata o simile a quella associata a un danno tissutale reale o potenziale”. Quindi, anche il dolore fisico ha una componente emotiva, che può essere affrontata dalla psicoterapia. Questo è particolarmente vero per il dolore cronico.
Il dolore cronico, a causa proprio della sua cronicità e persistenza, può avere molte conseguenze negative sulla qualità della vita. Ciò è causato non solo degli aspetti fisici del dolore, ma anche dalle sue conseguenze emotive e psicologiche. Il dolore cronico infatti impatta il benessere mentale. La prevalenza di ansia e depressione in pazienti con dolore pelvico cronico è molto più alta rispetto alla popolazione generale. Per ansia, raggiungiamo percentuali tra il 40% e il 70% in pazienti di dolore pelvico cronico, contro il 12% della popolazione generale.
Ma il benessere mentale si relaziona al dolore in modo bidirezionale. Cioè, così come la presenza del dolore cronico può causare ansia, la stessa ansia può peggiorare il dolore. Ci troviamo così in un circolo vizioso dove dolore cronico e ansia si inaspriscono a vicenda.
Un aspetto positivo è che, dato che il dolore cronico è altamente influenzato da esperienze cognitive come pensieri ed emozioni, la psicoterapia può essere un’ottima soluzione che può migliorare la qualità della vita. Infatti, diversi tipi di psicoterapia sono stati dimostrati efficaci nel trattamento del dolore cronico. Qui spieghiamo i principali tipi.
La psicoterapia cognitivo comportamentale, abbreviata dalla sigla CBT dall’inglese cognitive behavioural therapy, è un tipo di psicoterapia molto popolare. È basata sul principio di riconoscimento e analisi di cognizioni negative, quindi pensieri ed emozioni. Mettendo in discussione queste cognizioni negative e disfunzionali, abbiamo poi la possibilità di cambiarle con pensieri e comportamenti positivi. Questo approccio è molto pratico, ideato per risolvere negatività quotidiane in modo rapido ed efficace.
Nel contesto del dolore cronico, la psicoterapia cognitivo comportamentale può essere usata nel modo seguente. Il dolore cronico ti potrebbe far sentire incapace di fare alcune attività, per esempio socializzare con i tuoi amici. In questo contesto quindi, potresti pensare “non programmo una cena con gli amici perché potrei provare dolore e dover cancellare”. Con la psicoterapia cognitivo comportamentale, questo pensiero verrebbe messo in discussione. Ti verrà chiesto di chiederti se questo pensiero sia vero: “è vero che se programmo una cena con amici proverò dolore?”. Come soluzione, potresti sviluppare dei pensieri di aiuto come: “non è detto che proverò dolore” oppure “se dovessi provare dolore, posso comunicarlo apertamente ai miei amici”.
La mindfulness, è una pratica molto efficace per trattare ansia, depressione e anche dolore cronico. È spesso praticata attraverso esercizi di meditazione, di respirazione e di scansione del proprio corpo, concentrandosi sulle sensazioni che proviamo nel momento presente. È basata su sette pilastri, i più importanti dei quali sono
Nel contesto del dolore cronico, la mindfulness può essere praticata in questo modo. Nel caso dovessi provare dolore cronico pelvico, ti verrà chiesto di svolgere meditazioni come la seguente. Durante la meditazione, concentrati inizialmente sul tuo respiro. Una volta che hai trovato il ritmo, potrai quindi passare alle sensazioni di dolore che stai provando, sentendo quali sono i confini di questo dolore nel tuo corpo. Potrai poi espandere la tua concentrazione ad altri parti corporee, in modo da comprendere tutte le tue sensazioni corporee, non solo quelle dolorose.
La psicoterapia di accettazione e di impegno dell’azione, accorciata a ACT dall’inglese acceptance and commitment therapy, è basata sul principio dell’accettazione. Questo tipo di psicoterapia ci aiuta ad accettare pensieri e sensazioni scomode, permettendoci di connetterci meglio con noi stessi e con il mondo che ci circonda. Al contrario, se cerchiamo di forzare situazioni, pensieri ed emozioni, ci imprigioniamo in un sistema di ruminazione mentale. Una parte importante di questo tipo di psicoterapia, affianco all’accettazione, è l’importanza dei valori della persona. Questi valori vengono spacchettati in obiettivi più piccoli che servono come guida dei nostri comportamenti, a seguito dell’accettazione.
Nel contesto del dolore cronico, la terapia di accettazione e di impegno dell’azione può includere il seguente esempio. Il dolore che provi sembra toglierti il piacere nella tua sessualità, perché non riesci ad avere rapporti penetrativi. In questo contesto, con la psicoterapia dell’accettazione, al posto di arrabbiarti con te stessə perché non riesci ad avere questo tipo di rapporti, lasceresti lo spazio per l’accettazione di questa situazione. Ti potresti chiedere: “credo che il piacere derivi solo da rapporti penetrativi?”. Potresti scoprire che può derivare anche da altri tipi di rapporti.
Questi tipi di psicoterapia non sono separate dall’un l’altra. Alcune si basano su principi molto simili e vengono attuate nel pratico con tecniche che si assomigliano. La stessa psicoterapia dell’accettazione usa spesso tecniche di mindfulness. Inoltre, gli psicoterapeuti potrebbe usare una combinazione di approcci, in modo personalizzato per lə pazientə. Infine, alcuni esercizi e approcci possono funzionare per alcunə pazientə, e non per altrə. È normale.
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