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Luglio 2024
La candidosi è una comune infezione causata dalla proliferazione del fungo Candida albicans, da cui il più comune, anche se erroneo, nome “candida”. Questo fungo è normalmente presente nella flora delle mucose inclusa quella vaginale. Tuttavia, in alcune condizioni, la sua quantità diventa eccessiva e genera una vera e propria infezione con sintomi come secrezioni biancastre, forte prurito e bruciore. Per questo è importante non solo trattare l’infezione, ma aiutare la flora vaginale a rimanere in salute. Vediamo insieme come!
Una volta confermata la diagnosi di candidosi, la terapia d’elezione è quella ad azione antimicotica (ossia contro il fungo che sta causando l’infezione). Gli antimicotici in caso di candida vaginale possono essere assunti per via orale, con l’inserimento di ovuli direttamente in vagina, o l’utilizzo di pomate medicate.
È possibile che la terapia antifungina venga consigliata anche al/la partner, ma questo dovrebbe succedere solo in caso di conferma di un’infezione anche nell’altra persona. In caso contrario, il rischio è l’alterazione della flora intestinale del/la partner. È invece sconsigliato avere rapporti sessuali penetrativi fino a conclusione del trattamento. La penetrazione, infatti, potrebbe causare ulteriore irritazione mentre alcuni farmaci antimicotici possono indebolire i materiali usati nei preservativi o nel diaframma usato a scopo anticoncezionale.
In ogni caso è fondamentale che la terapia prescritta venga portata a termine perché un trattamento incompleto potrebbe aumentare il rischio di recidive. La maggior parte dei trattamenti dura da 3 a 7 giorni, ma alcuni farmaci possono richiedere un trattamento più lungo.
Insieme agli antimicotici è possibile che siano raccomandati unguenti o pomate che diano sollievo dal prurito, un sintomo molto comune che può essere invalidante soprattutto in chi soffre di candidosi ricorrenti.
Nonostante il trattamento di elezione per la candidosi vaginale sia la terapia antimicotica, esistono rimedi naturali che possono essere un supporto (ma non un’alternativa) per debellare l’infezione. Tra questi ci sono:
La candidosi è un’infezione che spesso è legata spesso a squilibri della microflora delle mucose tra cui quella vaginale. Assunzione di antibiotici o di farmaci a base di cortisone, così come il contatto con una persona infetta, sono tutte situazioni che possono aumentare il rischio di candidosi vaginale.
Questo rischio può essere limitato, se non rimosso, tramite alcuni comportamenti o scelte di stile di vita tra cui:
Può essere inoltre utile identificare i fattori predisponenti soprattutto in caso di candidosi recidivante. A questo scopo potrebbe essere utile tenere un diario dei sintomi. Ci sono, ad esempio, persone che soffrono di candidosi ricorrenti in particolari momenti del ciclo mestruale che, per cambi ormonali o di PH, possono effettivamente generare condizioni favorevoli alla proliferazione della Candida.
È infine una convinzione diffusa che per combattere la candidosi vaginale si debba eliminare o ridurre i carboidrati dalla dieta per “sottrarre nutrimento” al fungo. Questa strategia, talvolta suggerita da alcune figure specializzate, in realtà non è supportata da evidenze scientifiche e rimane per lo più un aneddoto. Al contrario, escludere un’intera categoria alimentare potrebbe generare squilibri nutrizionali che a cascata hanno un impatto negativo su tutta la salute.
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